Sbriciolata salata ricotta zucchine e speck

Riuscirei a dire di no ad un bombolone con la crema, ma al salato non riesco proprio a rinunciare. Ho una profonda predilezione per il salato, per la pizza fatta in casa, per i taralli, le torte rustiche, i calzoni, i panzerotti, le tartine, i pancarrè, i panbrioche farciti, per citarne qualcuno…E le torte salate sono quelle che più adoro: un rotolo di pasta foglia, un impasto di frolla salata o un foglio di pasta brisee sono la base ideale per accomodare i ripieni più vari.

Poi ci sono impasti che mi colpiscono al cuore tanto sono facili da realizzare e che rispondono perfettamente al sacrosanto concetto di minima spesa, massima resa:  una sorta di impasto non impasto, nel senso che è una base di briciole di farina, burro,  parmigiano e uovo che va lavorata direttamente in una boule solo il tempo necessario per formare appunto delle briciole  che saranno la base friabile e la copertura super croccante di un ripieno gustossimo di zucchine, ricotta e speck.

Mangiata fredda è davvero invitantissima: il ripieno di ricotta, zucchine e speck sprigiona maggiormente la sua carica superfresca, l’impasto della sbriciolata ne diventa il godurioso contenitore. Difficile resistere alla tentazione di raccogliere le ultime briciole nel piatto!

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INGREDIENTI SBRICIOLATA SALATA  DI RICOTTA ZUCCHINE E SPECK

  • 200 gr di farina
  • 40 gr di parmigiano grattugiato
  • 7 gr di lievito per torte salate
  • sale
  • 1 uovo
  • 50 gr di burro
  • 250 gr di ricotta
  • 2/3 zucchine
  • 1 spicchio di aglio in camicia
  • olio
  • 100 gr di speck

PREPARAZIONE

  • In una boule metti la farina e il parmigiano, aggiungi il burro a tocchetti e lavorando con le mani forma un composto sabbioso, aggiungi il sale, un uovo leggermente sbattuto e il lievito e procedi a formare le briciole – lavorando il composto sollevandolo con le mani e compattandolo leggermente, fallo ricadere dalle mani lavorando dal basso verso l’alto-. Sposta in frigo.
  • Taglia a tocchetti le zucchine – non troppo sottili- saltale in una padella con un filo di olio e uno spicchio di aglio in camicia. Lascia intiepidire.
  • Lavora la ricotta a crema, unisci le zucchine e lo speck tagliato a striscioline, amalgama bene il ripieno.
  • Riprendi l’impasto dal frigo. In una teglia ricoperta con carta da forno, sistema i 2/3 dell’impasto, distribuisci il ripieno di ricotta, zucchine e speck e ricopri con la restante parte di impasto.
  • Sposta la sbriciolata in forno e fai cuocere per 30 minuti a 180 gradi o comunque fino a doratura.
  • Sforna, lascia intiepidire e sposta in frigo per un paio di ore.

p.s. Se non vuoi attendere puoi mangiarla anche intiepidita, ma ti assicuro che da fredda è ancora più gustosa.

 

 

Panini Pizza con scamorza pugliese

E’ un periodo un po’ così, mi sento sdoppiata: la mia mente è in fermento, la sento viva e pulsante, eppure il mio corpo sembra essere frenato, rallentato, da non so bene che cosa.

Vivo camminando a due velocità, tra salite affaticanti e discese libere, vivo giorni di luce e li alterno a giorni di penombra. Sembra che il mio sole va via di colpo e ritorna solo quando hai messo su quella giacchetta che ti porti dietro, così per sicurezza, perché”può sempre servire” e quando alla fine ti convinci di indossarla, poi non vuoi toglierla più.

E’ la mia capacità di adattamento a subire i contraccolpi di questo periodo di trasformazioni e ridefinizioni: ne sto uscendo consumata e scopro di essere molto più fragile di quello che credevo. Qualcuno più in gamba di me direbbe “è la vita bellezza!”. Mi divido tra l’idea del  fare imperante -regista assoluto del proprio presente-  e il trasognato se deve essere sarà, in cui l’arrendevolezza è arginata da una  fiducia misteriosa, incondizionata e possibilista.

In cucina riesco quasi sempre ad annullare sovrastrutture, idee astruse e poco aderenti alla realtà, a restituire la parte di me che mi piace di più, quella fatta di leggerezza, gioia e amore delle cose semplici. Quelle cose sorprendentemente semplici, ma infinitamente buone. La cucina è il mio angolo di paradiso, il luogo dove dare forma e sostanza al mio mondo ideale, fatto di cose immaginabili e possibili…

Morbidi panini farciti con succulenta scamorza e passata di datterino, ideali da farcire con fette di capocollo per un’esperienza da veri gourmet. In una sola parola ECCEZIONALI!

Con questa ricetta partecipo al Contest

Farina D.O.C. – E.T.

ECCELLENZE & TERRITORIO del blog Cucinare Chiacchierando

Ho usato uno dei prodotti che adoro di più – la scamorza- e che se non ci fosse, bisognerebbe inventarla!

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INGREDIENTI

per l’impasto :

  • 350 gr di farina 00
  • 150 gr di semola rimacinata
  • 2 cucchiai di olio
  • 300 ml di acqua
  • 4 gr di lievito secco
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero

per il ripieno:

  • 220 gr di scamorza pugliese a cubetti
  • 200 gr di passata di datterino già cotta (con un filo di olio, sale e uno spicchio di aglio)
  • origano, olio q.b.

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PREPARAZIONE

Forma un impasto omogeneo con gli ingredienti (v. per l’impasto), spostalo in una ciotola e lascialo lievitare per almeno 3 ore in un luogo lontano da correnti di aria.

Riprendi l’impasto lievitato, spostalo su una spianatoia e lavoralo velocemente al fine di sgonfiarlo.

Dividi l’impasto e forma 12 palline (o 16 palline, se vuoi ottenere dei panini più piccoli). Lascia lievitare per 20 minuti.

Stendi leggermente ciascuna pallina, farcisci l’interno con un cucchiaino di passata e cubetti di scamorza (non lesinare), richiudi la pizzetta con un movimento rotatorio e riforma la pallina.

Sistema le palline farcite in una teglia da forno e lascia lievitare per un’altra mezz’ora.

Riscalda il forno a 180 gradi e prima di infornare distribuisci su ciascuna pallina un cucchiaio da tavola di passata, spolvera con origano e irrora con un filo di olio.

Inforna i panini pizza e cuoci per 25 minuti o fino a quando non hanno assunto la superficie bruciacchiata.

Sforna, lascia intiepidire e gusta!

 

 

 

La ricetta della parigina

Si chiama parigina, ma ha origini partenopee. Ed era il nostro rustico preferito quando da piccoli andavamo a comprarla con papà. Una sfoglia di pizza sotto, coperta da fragrante sfoglia con ripieno di pomodoro scamorza e prosciutto cotto.
Ricordo che ne andavo letteralmente pazza. Avrò avuto dieci anni forse, e a farmi davvero felice erano -ora come allora- le piccole cose: mi bastava un pezzo di parigina da mangiare per strada o da impacchettare e portare a casa. Pensavo che per le cose grandi avrei avuto tempo.

Non sapevo nemmeno si chiamasse parigina, l’ho scoperto solo dopo.

Eppure quella combinazione di due diversi impasti la rendeva ai miei occhi cosi speciale. L’impasto della base è soffice e scioglievole, dunque al palato prevale la fragranza della sfoglia rustica, il sapore dolce della scamorza e del prosciutto cotto vengono smorzati dalla nota acida del pomodoro.

In quella testolina di bambina capricciosa non c’era la minima idea che un giorno quella strana pizza sarebbe finita sulle pagine di un blog. E mi commuovo pensando che avrei dovuto ascoltare quella nascente passione per il cibo che in parte tenevo nascosta, in parte tiravo fuori calamitando a me sguardi di rimprovero a voler insistere su argomenti passeggeri e in fondo di poco conto.

Per gli altri era un pezzo di pizza. Per me aveva un altro nome.

parigina bella

INGREDIENTI PARIGINA (teglia 32 cm)

per l’impasto della pizza

  • 500 gr di farina
  • 250/260 ml di acqua
  • 2 gr di lievito secco
  • 1 cucchiaio di olio
  • 10 gr di zucchero
  • 5 gr di sale

 

  • 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda di 32 cm

 

  • 300gr di passata di pomoforo (molto densa)
  • 200 gr di prosciutto cotto in fette
  • 300 gr di scamorza dolce passita
  • sale, olio, pepe, origano, q.b.

 

  • 1 uovo per spennellare

PREPARAZIONE

  • Metti in una ciotola l’acqua a temperatura ambiente, aggiungi anche lo zucchero. Aggiungi gradualmente la farina (a cui hai aggiunto il lievito secco) incorporandola al liquido, metti anche il sale,  il cucchiaio di olio e continua a lavorare l’impasto trattenendo con una mano la ciotola.
  •  Quando hai incorporato tutta la farina, sposta l’impasto su una spianatoia e lavoralo fin quando avrà una consistenza liscia, elastica e non attaccherà più sulla spianatoia. Un tip utile per capire quando fermarsi: sulla superficie dell’impasto si sarà formata una sorta di pellicola con piccole bolle!
  • Forma un panetto, incidilo a croce e trasferiscilo nella ciotola. Aggiungi un filo di olio lungo i bordi, copri con pellicola e metti a lievitare per almeno 3 ore.
  • Riprendi l’impasto e spostalo sulla spianatoia leggermente infarinata. Stendilo in una sfoglia alta 1 cm e spostala in una teglia rotonda leggermente oleata, rifilando la pasta in eccesso. Fai lievitare per 30 minuti.
  • In una ciotola condisci la passata di pomodoro con sale, olio, un pizzico di pepe e origano,  mescola bene.
  • Distribuisci la passata di pomodoro sull’impasto della pizza lasciando libero il bordo, distribuisci la scamorza a fettine e completa con il prosciutto cotto.
  • Adagia la sfoglia rustica (della stessa misura) facendo aderire bene i bordi e sigilla bene creando un cordoncino.
  • Batti bene l’uovo in una ciotolina e poi spennellalo omogeneamente sulla superficie. Bucherella con i rebbi di una forchetta.
  • Metti in forno preriscaldato a 200 gradi per 25 minuti. (Usa la funzione ventilata cosi da asciugare velocemente la eventuale dispersione di liquidi).
  • Sforna delicatamente su una gratella, lascia riposare per almeno 15/20 minuti e procedi al taglio.

NOTE. In verità la parigina come l’ho conosciuta io è un salato più basso e di forma rettangolare. Ad ogni modo la sostanza non cambia!

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Muffin rustici olive e cipolla (e un pò di autocritica)

Non è la fine dell’anno e non siamo agli inizi di settembre, ma oggi sono caduta nella trappola del bilancio foodblog.

Sono entrata nel mio blog come fossi un’ospite, ho aperto le pagine come se non avessi conosciuto quello che c’era dentro, ho mantenuto un distacco come se quel blog non fosse il mio.

Mi sono chiesta: ti piace questo blog? Ieri avrei detto di si, oggi dico NI.
Onesta, fino in fondo, sempre.

Sono molte le carenze e le cose da migliorare. Tante, troppe. Sto pensando ad un dominio proprietario, un salto importante, un passaggio nel mondo degli adulti. E, come sempre, ho  mille dubbi, mille se, mille ma.

Ma (ecco il primo ma), ammetto di non avere ancora chiara la direzione che voglio dare al mio foodblog e per questo motivo attendo. In realtà qualche mese fa, avevo detto di aver trovato una mia strada o meglio avevo creduto di aver trovato la mia strada. Ora mi sento di nuovo ferma come all’incrocio di un semaforo: indecisa su che svolta prendere. A sinistra? A destra? O vado dritta?
Restano svolte ferme e decise la mia inclinazione all’onestà, sincerità e trasparenza.

Sto riflettendo sul fatto che ieri avrei mollato tutto. Oggi, no. Devo essere piu’ caparbia, piu’ testarda e ripartire dai lati positivi di questo foodblog.
1) E’ una mia creatura e in quanto tale, non posso abbandonarla (l’ho fatto già una volta, mea culpa!)
2) I contenuti e le ricette sono l’espressione piu’ vera del mio modo di vivere la cucina.
3) La raggiunta consapevolezza delle potenzialità che solo un blog personale può offrire.

Riparto da questo e cercherò di migliorare. (Detto tra noi, vediamo domani che succede…)

Non posso non lasciare una ricettina. Chiudo le mie prolisse questioni con una ricetta facile, sfiziosa e perfetta per il pic-nic: prepariamo i muffin olive e cipolla.

muffin olive e cipolla

 

Ingredienti

  • 220 gr di farina
  • 180/200 ml di latte
  • 150 gr di cipolle bianche
  • 120 gr di asiago in cubetti
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito istantaneo
  • 50 gr di olive verdi denocciolate
  • 4 cucchiai di olio di oliva
  • sale q.b.

Preparazione
Taglia la cipolla a fettine e stufala in una padella con un filo di olio, regola di sale. Lascia raffreddare e tieni da parte.

Mescola in una ciotola le uova, l’olio e il latte, aggiungi le cipolle stufate.

In un’altra ciotola aggiungi la farina setacciata, il lievito, i pezzetti di asiago e le olive.
Unisci i due composti lasciando il composto grumoso.

Distribuisci nei pirottini e cuoci per 20 minuti a 180 gradi.

Lascia intiepidire e mangia! 🙂

 

(Mega) panzerotto rustico con bietole e cuore fondente

Spesso mi chiedo “che forma ha il mio foodblog?”, intendo nella dimensione piu’ immediata e vicina al mio vivere la cucina. E’ una domanda che mi faccio e a cui nell’immediatezza non so dare una risposta. Poi tutte le risposte, arrivano nel momento in cui non le cerchi piu’, nel momento in cui smetti di assillarti per trovare quella risposta geniale che cerchi, ma che fatichi a partorire.

panzerotto rustico bietole

Oggi mi sento di dire che la mia cucina ha un pò la forma di un panzerotto: un contenitore verace, semplice, ripieno di cose (non meglio specificate…) che solo andandoci dentro puoi scoprire.

Ecco il panzerotto è cosi. E’ una sorpresa. E’ una gioia. E’ un suono pieno, cicciotto e allegro.rustico bietole interno

Il mio foodblog lo voglio vedere cosi, come un panzerotto: solo quando lo hai tra le mani, quando gli hai sferrato i primi morsi, quando con curiositàbarraattesa sei arrivata al centro scopri quello che si nasconde dentro.

Questa volta, questo panzerotto è tutto pieno, dall’inizio alla fine! Non si bara, perchè ho usato un rotolo di pasta sfoglia rustica e l’ho riempito con bietole selvatiche e scamorza semistagionata pugliese.

Invitante, gustoso, leggero (ma non troppo), puoi prepararlo per presentare in maniera divertente il classico rustico per una cena, un aperitivo informale e come antipasto.
Si presenta ricco di verdura con un cuore fondente e la stuzzicante crosticina della sfoglia.

Vuoi la ricetta del mega panzerotto rustico con bietole e cuore fondente?

Ingredienti

  • 1 rotolo di pasta sfoglia
  • 500 gr di bietole a coste (già mondate)
  • 1 uovo
  • 200 gr di scamorza semistagionata
  • noce moscata q.b.
  • sale
    Preparazione
  • Sbollenta le bietole in acqua salata(calcola qualche minuto in più per le coste), trasferiscile in una bacinella con acqua fredda.
  • Poi scolale e tagliale grossolanamente al coltello. Strizzale con le mani. Poi mettile in una ciotola, amalgama con un uovo leggermente sbattuto ( di cui lascerai una piccola parte per spennellare), aggiungi un pizzico di noce moscata.
  • Sistema il composto di bietole su una metà della pasta sfoglia bucherallata, adagia fette di scamorza tagliate grosse, ripiega l`altra metà della sfoglia. Fai aderire i lembi, senza premerli troppo e ripiega a formare il bordino del panzerotto.
  • Spennella la superficie esterna del panzerotto con l’uovo tenuto da parte. Inforna a 200 gradi per 20 minuti.
  • Lascia intiepidire 5 minuti. Taglia con un coltello a lama lunga in pezzi non troppo piccoli e servi.

    Note.

1. Ho usato delle bietole selvatiche, che ovviamente risultano piu’ intense come sapore.
2. Non ho aggiunto volutamente del parmigiano, perchè un uovo è stato piu’ che sufficiente a legare il composto.
3. Se vuoi dare uno sprint in piu’ al panzerotto aggiungi scorza di limone grattugiandola al momento sulla scamorza.

Capocollo Santoro (e del perchè sono una foodblogger)

capocollo santoro

capocollo vassoio
Sono diventata una foodblogger per caso. O meglio, a volte è la vita che sceglie per te.
Ho da sempre avuto la passione per il cibo, per la tavola, per le ricette della tradizione e non. Sono stata da sempre una curiosa alimentare, insomma oggi con un solo termine verrei definita una foodie. Già, riflettendoci foodies lo siamo un pò tutti -se cercate sempre il pelo nell’uovo state certi che lo siete!-.
Alle mie fissazioni alimentari mancava un anello di congiunzione. Avevo voglia di mettere nero su bianco le mie ricette, le mie storie di cucina.

Ho aperto il mio foodblog.

Ma presto l’ho lasciato.

Non mi era ben chiaro cosa significasse realmente essere una foodblogger. Mi era chiaro che non bastava scrivere ricette, non bastava fare i migliori capolavori del creato, non bastava seguire i trend. ndr. Non che abbia trovato la ricetta per far balzare il mio blog nelle classifiche dei motori di ricerca.
Ma una mia strada l’ho trovata.

Ho ripreso il mio foodblog.

E con lui, la consapevolezza di raccontare me e la mia cucina con sincerità. In fondo la sincerità è la vera essenza di un blogger -altrimenti perchè tu dovresti seguire un blog dal momento che ci sono fior fior di esperti che sarebbero piu’ titolati a parlare?-.

Ho scelto la strada della semplicità, della cucina che mi accompagna giornalmente, delle ricette di famiglia, di piatti ispirati a riviste, di vere e proprie repliche che non hanno bisogno di rielaborazioni (non serve per forza aggiungere l’abusata nota crunchy..!)

Ho deciso di raccontare una parte di me attraverso le ricette.
E una parte di me e della mia storia famigliare si lega al capocollo e alle parole di nonna, di mamma o di papà: “Oggi apriamo il capocollo.” Con gli anni quell’espressione non è cambiata. Esprime tutta la gioia e il senso di comunità attorno a quello che è un vero e proprio rito che ci accompagna piu’ o meno alla metà di maggio, di ogni anno.

Da quest’anno non devo aspettare piu’ maggio.
Ho conosciuto il capocollo di Martina Franca. Salumificio Santoro.

Marinato nel vino cotto e affumicato con rami di Fragno. Presidio Slow Food.
Il piu’ nostrano “apriamo il capocollo”, qui diventa un corale #opencapocollo

Salumificio Santoro. Salumi d’Eccellenza. Cisternino (BR)

website http://www.salumificiosantoro.it