Tortelli di zucca

ALERT! Non è una ricetta easy, motivo per cui se sei alle prime armi o semplicemente non hai voglia barra tempo di dedicarti al tortello di zucca, sommessamente cambia pagina!

SECONDO ALERT! Questo post non conterrà i quantitativi esatti della ricetta (ma solo approssimativi), motivo per cui se cerchi la ricetta scientifica, ti suggerisco (come sopra) di migrare su altri lidi!

Le premesse sono doverose dal momento che Mantova – città onoraria del tortello di zucca – dista 600 km da me, per giunta Mantova non l’ho mai visitata (nemmeno di passaggio), men che meno ho mai assaggiato un vero tortello di zucca se non un lontano parente che (onestamente) non aveva niente a che vedere nemmeno con un più classico raviolo alla zucca.

E allora, visti i preamboli – perché hai fatto ‘sto benedetto tortello alla zucca? – chiederebbe la parte più razionale della mia (non tanto equilibrata) persona. Perché sono curiosa, perché mi piace avventurarmi in ricette fuori-regione, perché (molto semplicemente) erano anni che volevo prepararli.

Sono partita – come ogni ricerca vuole – dalle fonti. Stavolta ho dimenticato di consultare il Santo Graal della cucina aka il sacrissimo Pellegrino Artusi e ho ceduto il passo ad una volgarissima ricerca su internet, avrebbe sentenziato l’Artusi, se solo avesse conosciuto il wi-fi…

In buona sostanza, tutte le ricette che ho consultato erano uniformi sulla pasta all’uovo (1 uovo ogni 100 grammi di farina), sul ripieno del tortello ho notato diversificazioni ma non significative. Di base purea di zucca, amaretti, formaggio grattugiato, noce moscata, mostarda. Già, MOSTARDA! E IO, che sono a 600 km da Mantova dove (diavolo!) trovo la mostarda?

Mumble…mumble…

Con un’epidemia in corso ho puntato su soli (chiaramente) DUE supermercati non estendendo oltremodo la ricerca e (ovviamente) il risultato della ricerca ha dato ESITO NEGATIVO.

E’ stato in questo preciso momento che il “piano tortello alla zucca scientifico” è andato a farsi benedire.

Ho preceduto di testa mia. Ho convertito la pugliesissima cotognata in mostarda (con risultati a tratti sorprendenti), ma è mancata la nota piccante che avrebbe reso il ripieno più piacevole, più stuzzicante. Ho preferito aggiungere semola all’impasto. Da qui la forma del raviolo è (de)generata nella tipica forma del panzerotto. Insomma, un nuovo tortello alla zucca! 😉

Per la pasta all’uovo: 200 gr di farina, 50 gr di semola, un giro di olio, sale.

Per il ripieno. La zucca (Delica o Butternut, le mie preferite) va passata in forno, meglio se il giorno prima, a fette, per circa 40 minuti a 170 gradi. La polpa deve risultare morbida e asciutta e va passata allo schiacciapatate. Alla purea di zucca (circa 400 grammi) si aggiungono 100 gr di amaretti sbriciolati, 100 gr di cotognata, sale, noce moscata, parmigiano o grana grattugiato. Si amalgama il tutto e si sposta in frigorifero.

Ho ricavato dei dischi di sfoglia di 10 cm , ho posizionato una piccola dose di ripieno (circa 1 cucchiaino) all’interno con l’aiuto di una tasca e formato la tipica forma del panzerotto. Meglio sigillare bene il tortello con i rebbi di una forchetta per scansare eventuali fuoriuscite durante la cottura.

Per il condimento burro buono, foglioline di salvia, parmigiano e noce moscata a volontà!

De li zio si! 🙂

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